Traduction de la présentation en italien par Francesca Bononi
Arte del cinema e psicanalisi si guardano e si
ascoltano fondendo insieme l’intimo, il sociale e la politica. Jean-Jacques
Moscovitz dà prova di quest’incontro attraverso un insieme di film – da Un
chien andalou di Buñuel e Salvador Dalí, a A Dangerous Method di
David Cronenberg passando, fra gli altri, per Salò o le 120 giornate di
Sodoma di Pasolini, Shoah di Lanzmann e The Memory of Justice
di Marcel Ophüls. Secondo lui gli effetti che questi film hanno sullo
spettatore ricordano i sintomi, le angosce e le inibizioni che, sul divano, il
paziente espone al proprio psicanalista, creando così un’apertura sul frastuono
del mondo.
Le immagini cinematografiche e le parole nelle
sedute analitiche e negli spettacoli conservano la loro parte di mistero grazie
alla sorpresa e alla bellezza delle parole e delle immagini, e questo a
prescindere dalla generazione a cui apparteniamo. Arte del cinema e
intelligenza dell’approccio psicanalitico arricchiscono il nostro sguardo e il
nostro ascolto e fanno sperare nella possibilità di un conforto relativamente
alla nostra storia intima, familiare e/o collettiva legata alla grande Storia.
Psicanalisi e cinema fanno opera emancipatrice per il soggetto e la società.
Sognare
di rimediare alla storia. Psicoanalisi Cinema Politica
Presentazione
Come fare a essere testimoni di ciò che accade
sotto i nostri occhi e nelle nostre teste, come fare a registrarlo per poi
potersene sbarazzare, per potersi sbarazzare del trauma delle violenze del
mondo? A inizio gennaio 2015, a Parigi, a Vincennes, ha avuto luogo un attacco
contro il genere umano. Il genere umano si definisce come
dotato di parola, come artista, o semplicemente come cittadino, ebreo,
poliziotto, giornalista. L’autore non parla dell’attentato, perché in quel
periodo Rêver de réparer l’histoire, uscito a metà gennaio, era in corso
di stampa. Ma l’itinerario che l’autore ci fa percorrere è dall’inizio alla
fine un atto testimoniale, un vissuto di ciò che egli prova attraverso
l’esercizio del suo mestiere di psicanalista e la sua posizione in quanto
spettatore di film, di film del grande cinema: Shoah, L’ultimo degli
ingiusti entrambi di Lanzmann, The Memory of Justice di Marcel
Ophüls, e molti altri. Non tutti questi film riguardano la Shoah, o quello che,
facendo riferimento all’opera di Walter Benjamin, egli chiama la “Rottura della
Storia”. Trovano il loro spazio anche film come Gloria di Cassavetes, Zelig
di Woody Allen, A Dangerous Method di David Cronenberg, La Grammatica
interiore di Nir Bergman, ecc. L’autore coniuga la sua analisi filmica con
i più grandi apporti della psicanalisi, come Il disagio nella civiltà di
Freud, nelle cui pagine, nel 1929, il fondatore della psicanalisi affronta
l’opposizione fra le pulsioni di Eros e quelle di Thanatos. E lungi dal fare di
queste due pulsioni gli equivalenti del Bene e del Male, ne fa i costituenti
dello psichismo di ogni singolo individuo di fronte alla politica e alla
collettività.
È questa la cosa difficile da mostrare. Il crimine
in questione è quello messo in atto dai totalitarismi, sia che si tratti
dell’omicidio degli ebrei nella Shoah, o del genocidio dei Tutsi o
dell’islamo-nazismo oggi. Esso rientra nella collettività, che ha una presa
finora mai vista sulla nostra soggettività, sulla nostra natura di parlanti.
Come agisce il contemporaneo nel nostro intimo di individui? È questa la
domanda che si pone J.J. Moscovitz. È l’effrazione della grande Storia che invade
l’intimo. E davanti a questo bisogna fare in modo che l’individuo rioccupi un
posto che gli appartenga. Ne consegue l’insistenza persistente che Lacan e gli
psicanalisti mettono nel termine individuo. Il cinema ci indica questo disagio,
il disagio del rapporto fra individuo e collettività. A questo proposito J.J.
Moscovitz ci fa leggere un’intervista all’inventiva Françoise Dolto a proposito
del film Shoah, nella quale la psicanalista dell’infanzia dichiara: «La
psicanalisi ci insegna che per l’inconscio non c’è né bene né male». E ancora
il nostro autore rievoca l’interrogativo di Lacan a proposito del «dramma del
nazismo» rispetto al quale Lacan avanza «sotto quale velo rimane ancora
nascosto questo mistero, che per chiunque sia capace di dirigere un coraggioso
sguardo verso questo fenomeno…». E non si può non citare Lanzmann: «Indirizzare
uno sguardo frontale sull’orrore significa rinunciare alle distrazioni e alle
scappatoie, e innanzitutto alla prima fra esse, quella più falsamente centrale,
la questione del perché, con l’indefinita conseguenza delle frivolezze
accademiche o delle volgarità che non cessa di implicare».
Marie-Claude Vaillant-Couturier viene filmata al
Processo di Norimberga e Ophüls ci restituisce quest’immagine di archivio nella
quale la donna, dopo aver testimoniato, squadra uno per uno i grandi criminali
nazisti con uno sguardo che è molto più di un qualsiasi altro giudizio seppur
accusatorio nei confronti del piacere degli omicidi commessi. Lo sguardo di
M.C. Vaillant-Couturier è magnifico, va oltre la verità stabilita dal diritto,
umanizza ognuno di noi, è allo stesso tempo frontale e coraggioso e inventa le
parole future per dire la violenza nuda. «Violenza nuda», un’espressione di
Lanzmann. In Shoah il regista filma il plastico di Auschwitz, come in
una sorta di ultimo gesto per mostrare l’orrore. Un orrore così impossibile da
rappresentare... Nessun indugio malgrado i tentativi disperati e derisori di
Godard e di altri convinti dell’esistenza, da qualche parte, di foto di camere
a gas funzionanti…
Oggi non può non essere citata la voce di André
Malraux. L’autore si esprime riguardo al gennaio 2015 nel blog della sua
associazione “Psychanalyse actuelle” in un articolo intitolato, con una
battuta, « Si Freud était né avant le Christ, nous n'en serions pas là ! » («Se
Freud fosse nato prima di Cristo, non saremmo a questo punto!»).
Che fa eco alla famosa «profezia» degli anni
Cinquanta attribuita a André Malraux: «Il XXI secolo sarà religioso (o
spirituale) o non sarà».
Nel 1955 egli dice: «Da cinquant’anni ormai la
psicologia reintegra i demoni nell’uomo. È questo il bilancio preoccupante
della psicanalisi. Penso che, di fronte alla minaccia più terribile che
l’umanità abbia mai conosciuto, il compito del prossimo secolo sia quello di
reintrodurre gli dèi.»
Ed eccoci di fronte alla capacità che ha J.J.
Moscovitz di sorprendersi, capacità di cui il suo libro dà prova fra cinema e
psicanalisi. Concludiamo con queste poche righe scritte dal nostro autore nello
spavento che tutti abbiamo percepito in questo inizio di 2015 e che sono in
linea con il suo discorso quando, nel sottotitolo della sua opera, egli
aggiunge la parola «politica».
Indice Sognare di rimediare alla storia.
Psicoanalisi Cinema Politica
PREFAZIONE
DA UN CHIEN ANDALOU A SHOAH O IL
TAGLIO DELLO SGUARDO………………………..……….9
1. DA SALÒ E THE MEMORY OF
JUSTICE AI GIORNI NOSTRI
O METAFORA DELLA NOSTRA EPOCA E ALTERITÀ DEL
LINGUAGGIO…………………….……17
Psicanalisi, creazione cinematografica e
politica…………………………………………………………….18
Attualità del disagio della soggettività nella
civiltà: un approccio psicanalitico………………………....…20
Uno stile artistico
originale………………………………………………………………………………..….23
Disagio nella
civiltà…………………………………………………………………………………..….……25
Salò, la forzatura verso la perversione……………………………………………………………………..…26
Eros e
Thanatos…………………………………………………………………………………………….....27
L’infrazione del
divieto……………………………………………………………………………………….28
Quasi amici - Intouchables………………………………………………………………………...…………29
Riparare il mondo con il
cinema?.....................................................30
Duel………………………………………………………………………………………………………..….31
Parola e
immagine…………………………………………………………………..………………………..32
L’alterità del linguaggio………………………………………………………………..…………………….34
Un tentativo di distruzione del
linguaggio……………………………………………………………..……35
2. DA ZELIG A BABEL O L’AFFINITÀ TRA
CINEMA E PSICANALISI…………………….………....37
L’immagine è
linguaggio……………………………………………………….……………..……………..38
L’identificazione…………………………………………………………………………………….……….41
Il
transfert………………………………………………………………………………………………….…42
L’oggetto
attore……………………………………………………………………………………………....45
La
raffigurabilità……………………………………………………………………………………….……..47
Il desiderio del regista……………………………………………………………….……………………….48
L’uso del
sembiante……………………………………………………………………….…………………48
Il cinema, un’arte affine alla
psicanalisi?......................................51
La macchina da presa interna…………………………………………………………………….…………..54
Clinica e
attualità…………………………………………………………………………….……….……….56
«Sono qui, sono di
qui»………………………………………………………………………………………58
3. DA GLORIA A LA GRAMMATICA INTERIORE
O DEL FEMMININO, DEL PADRE E DELL’INFANZIA SOLA………59
La realtà del desiderio: Au fond des bois……………………………………………………….….…………60
Isteria e psicosessualità: Augustine…………………………………………………………………………….…….62
L’uomo nell’ombra (The Ghost Writer) o quando testo e sesso
lasciano spazio al femminino………..……64
Les yeux secs di Narjiss Nejjar (2003) dove femminino e padre
sono tra l’essere e l’avere…………….….65
«La piccola aveva ragione»: A Dangerous Method…………………………………………………….…….68
Gloria o il posto del padre e quello del femminino nell’inconscio…………………………………..……….70
L’infanzia
sola……………………………………………………………………………………………...…72
Sarabanda o un leggero squilibrio a vantaggio della vita
sulla morte………………..………….…………..75
Amour, il bambino fino al suo ultimo respiro……………………………………………………………….. 77
DA IL NASTRO BIANCO A DONOMA O
L’ATTUALITÀ FRA INTIMO E POLITICA……...…………..79
Il nastro bianco o la sessualità infantile di fronte al culturale
del XX secolo.............................................80
L’uovo del serpente………………………………………………………………………………………..….82
L’incontro con la storia della
sessualità………………………………………………………………………83
Eros attacca
Thanatos…………………………………………………………………………..…………….85
Quando l’individuo si libera dei suoi influssi
sociali, l’intimo diventa distruttore: Donoma………….…….87
Religione, sesso, consumo del perdono, della
perdita e del lutto: Secret sunshine……………………..…..89
Notti selvagge, una reificazione del corpo e della
parola………………….……………………….………. 91
Che cos’è un padre? J’enrage de son absence……………………………………………………………….93
Il posto del Padre, il complesso di Edipo,
l’origine e la politica freudiana……………….…………………96
“Mariage pour tous”: il matrimonio per
tutti……………………………………………………………… 100
Unione maritale e femminino: Viviane………………………………………………………….……..…..
102
Il rifiuto del femminino…………………………………………………………………………………….
104
La Sentinelle o il coraggio di parlare di ciò che
accade……………………………………………..……. 105
5. THE MEMORY OF JUSTICE, SHOAH, INTERVISTA
A FRANÇOISE DOLTO O L’INVISIBILE DA
DIRE……109
La forclusione
costruita…………………………………………………………………………...……….. 110
Little Odessa o il terrore e la morte come legami
sociali………………………………………….………. 113
Messa in scena del
diritto……………………………………………………………………….…………..116
Il processo di Norimberga: The Memory of
Justice………………………………….……………………. 117
Shoah e il plastico del museo di Auschwitz……………………………………………….……………….119
Documentari
innovativi………………………………………………………………..…………………….121
Belzec: la violenza della realtà della
cancellazione…………………………..…………………………….122
Dire, ascoltare, vedere
oggi……………………………………………………………………………..…..125
«Sguardo coraggioso» di Jacques Lacan, «sguardo
frontale» di Claude Lanzmann…………………..…..126
«La psicanalisi ci insegna che per l’inconscio non
c’è né bene né male». Intervista a Françoise Dolto a proposito del film Shoah……… 127
Brani dell’intervista a Françoise Dolto del 30
dicembre 1987…………………………………..…………130
6. DA ARTIFICIAL INTELLIGENCE A LINGUA
NON MENTE O CASTRAZIONE FREUDIANA E ROTTURA DELLA STORIA……135
La castrazione
freudiana……………………………………………………………………………………136
La messa in questione della vita di essere
vivente…………………………………………………………..137
Artificial intelligence……………………………………………………………………………………..….138
Intelligenza artificiale, una scrittura clinica tra origine e
biopolitica……………………………………….139
Nevrotico sempre
moderno………………………………………………….………………………………141
E il
sociale…………………………………………………………………….....................………………142
Cura analitica e
cultura………………………………………………………….……………….…………..144
La minaccia alla
lingua………………………………………………………………………..…………….145
Negazionismo, forclusione costruita e
silenziazione…………………..……………………….…………..150
Il reale del nostro tempo tra individuo e
collettività………..……………….…………………..………….152
Psicanalisi e biomedicina riconciliate…………………………………………..…………………………..153
7. RIPARARE CON IL
CINEMA……………………………………………………………………..……155
L’origine da scavare per renderla
simbolica…………………………………………………………..……156
La finzione può dare testimonianza della
distruzione degli ebrei dopo Shoah?..........158
La finzione può trasmettere la
storia?...........160
Il balagan del tempo: La petite prairie aux
bouleaux………………164
Riparare il
tempo………………………………………………………………………………..…………..166
8. DA DUCH A L’ULTIMO DEGLI INGIUSTI
O DIRE, VEDERE, ASCOLTARE, ESSERE INTIMI E
COLLETTIVI…………169
L’ignoranza
costruita………………………………………………………………………………………..170
Il
non-pensiero……………………………………………………………………………………...……….170
La
rimozione……………………………………………………………………………………………..….172
Duch, le maître des forges de l’enfer o «l’affermazionismo»……………………… …………………..….175
L’attualità..…………………………………………………………………………………………………..177
La banalità del male e Hannah
Arendt………………………………………………………………..…….179
Banalità del male e perdono: L’ora della
verità……………………………………………………………….…182
Limiti ormai
imposti………………………………………………………………………………….……..185
Le violenze di ciò che è raffigurabile………………………………………………………………...……..186
La trasmissione in atto: L’ultimo degli
ingiusti………………………….………………………………….188
CONCLUSIONE……………………………………………………………………………...……………..193
INDICE…………..………………………………………………………………………………..………..195
Indice dei concetti principali…………………………………………………………………………..……195
Indice dei
film…………………………………………………………………………………………...…..197
Indice dei
registi………………………………………………………………………………………….…199
BIBLIOGRAFIA…………………………………………………………………………………………….205